Secondo quanto previsto dalla bozza della direttiva, alcune categorie di edifici saranno esentate dagli obblighi, tra cui: edifici di culto, edifici storici ufficialmente sottoposti a vincoli, case abitate al massimo quattro mesi all’anno e abitazioni indipendenti che non superano i 50 metri quadrati.

Le critiche della maggioranza

Le critiche da parte delle forze di maggioranza riguardano principalmente la mancanza di flessibilità e la tempistica imposta agli Stati dalla direttiva per le case green.

Nicola Procaccini, eurodeputato e responsabile nazionale Energia e Ambiente di FdI, spiega che mentre gli obiettivi finali perseguiti dalla direttiva sono condivisi, la mancanza di flessibilità e la tempistica imposta rende difficile per gli Stati adeguarsi.

Per questo, FdI si impegnerà a costruire un fronte trasversale per cercare di riportare la direttiva su una strada di maggiore gradualità e sostenere un percorso di efficientamento energetico e riduzione dei consumi attraverso incentivi e percorsi di maggiore gradualità, invece di imporre sanzioni e paletti.

A marzo, se tutto va secondo i piani, il documento dovrebbe essere presentato in plenaria allo Strasburgo, dove potrebbe essere ulteriormente emendato.

Prima di poter essere adottato definitivamente, la direttiva dovrà passare attraverso un processo di negoziazione chiamato “trilogo”, in cui rappresentanti del Parlamento, della Commissione e del Consiglio europeo cercheranno di trovare un compromesso. La questione è ancora in corso e la contesa potrebbe protrarsi per un po’ di tempo.